Approccio olistico all’alimentazione

EMOZIONI E SOVRAPPESO

Non si mangia solo per placare il brontolio dello stomaco, ma anche per soddisfare l’appetito e le proprie emozioni.

Fin dai tempi antichi il cibo viene usato per festeggiare, calmare, per alleviare la noia e la depressione, e come consolazione nei momenti di tristezza e angoscia. Questo tipo di comportamento non è affatto insolito.

l problema si presenta quando le abitudini alimentari determinate dagli stati emotivi mettono a rischio una alimentazione sana, portando ad un aumento incontrollato di peso

Se le emozioni sono il sale della vita e danno colore e sapore alle nostre giornate, non possiamo permetterci che la nostra vita diventi una pietanza esageratamente salata e dannosa alla salute, no 

Ecco dunque che, se vogliamo #dimagrire e mantenerci in forma, dobbiamo imparare a riconoscere le nostre emozioni e a viverle senza lasciar travolgere il nostro stile di vita

Qualche consiglio pratico dunque:

vivere l’emozione che arriva senza cercare di rimuginarci sopra ma trasformandola in sensazione: le emozioni infatti si riflettono sul nostro corpo ed addirittura l’Universita’  di Tampere e della Aalto University sono riuscite a mappare le aree del corpo coinvolte a seconda del tipo di stato emozionale. Localizzare le emozioni in una parte del corpo o in un distretto corporeo renderà più facile individuarle fecendole affiorare senza che si traducano in chili di troppo.

 “dialogare” con le proprie emozioni:  ma di che cosa si ha davvero fame? Qual è il vero bisogno? Forse affetto, compagnia, gratificazione…? In questo caso è inutile “murare” i propri bisogni con il cibo, meglio provvedere alla soddisfazione dei propri reali bisogni ( provate magari ad uscire di casa, a donare qualche ora della vostra vita ad una forma di volontariato o dedicate un po’ di tempo in più alle vostre passioni…)

 sfogate le vostre emozioni negative con una sana attività fisica: troppo spesso queste emozioni vengono sfogate solamente mantenendo un tono lagnoso e pessimista. In questo modo, però, il conflitto si mantiene sempre nascosto e le vere ragioni che ci fanno star male rimangono irrisolte, col tempo lavorano dentro di noi creando blocchi e frustrazioni e spingendoci a usare il cibo come compensazione.

L’attività fisica, specie se all’aperto, ci offre invece la possibilità di “bruciare” non solo qualche caloria, ma soprattutto l’ansia, la rabbia, la frustrazione donandoci con il sopraggiungere della stanchezza fisica, la possibilità di goderci un migliore riposo ristoratore.

Certo se già siete entrati nel “circolo vizioso cibo-emozione” l’aiuto di un esperto di nutrizione sana e di Pnei ( psiconeuroendoimmunologia) può esserti d’aiuto … Se vuoi, possiamo parlarne e potrai incominciare a vivere “la dieta” non come sofferenza o privazione, ma come un bel viaggio verso una migliore conoscenza di te e delle tue emozioni, verso una maggiore consapevolezza …